domenica 18 ottobre 2009

IL TERREMOTO SULLA STAMPA






La Sicilia prima pagina
Giovedì, 13 dicembre 1990.
All'1 e 25 una violenta scossa del settimo grado ha attraversato la Sicilia orientale facendo tremare città e paesi
Terremoto, notte di paura
Epicentro il golfo di Noto: colpita soprattutto Carlentini
Per 45 secondi la vita si è fermata - nella cittadina siracusana è crollato un palazzo a tre piani: due vittime - si scava sotto le macerie alla ricerca di eventuali dispersi - in diverse zone si segnalano feriti non gravi - il sisma annunciato un forte boato - la gente si è riversata nelle strade.

Catania - Un fortissimo terremoto nel cuore della notte - intorno all1,25 - ha gettato nel panico quasi tutta la Sicilia orientale.
Scosse, un po' più deboli, si sono avvertite anche all'1,45 e alle 2.
Il sisma, del settimo grado della scala Mercalli, ha avuto il suo epicentro al largo del golfo di Noto. È durato a lungo, circa 45 secondi, ed è stato preceduto da un forte boato.
Secondo le prime frammentarie notizie, la situazione più grave si presenta a Carlentini. Nel centro del Siracusano, in via De Amicis, è crollata una palazzina di tre piani. Dalle macerie sono stati estratti due cadaveri, mentre altre tre persone risultano disperse. Feriti leggeri vengono segnalati un po’ dovunque. Caduti molti cornicioni e qualche fabbricato rurale.
Nella zona industriale di Augusta la scossa ha provocato principi di incendio.
Il panico è stato enorme. La gente, svegliata di soprassalto nel cuore della notte, si è riversata per le strade di città e paesi. Intere famiglie sono uscite di casa portandosi dappresso donne, vecchi e bambini. Molti in auto si sono diretti verso l’Etna, credendo che si fosse aperta qualche bocca eruttiva.
In tutti i paesi pedemontani la popolazione è rimasta nelle piazze. Lo stesso è avvenuto a Catania, Siracusa, a Ragusa, a Noto, a Caltagirone. Non c'è stato paese che non abbia avvertito con paura la fortissima scossa. Intasati i centralini dei vigili del fuoco, dei carabinieri e della polizia.
Una grande folla anche davanti alla sede del nostro giornale. Tutti chiedevano notizie, anche perché, in un primo momento, non si aveva alcuna percezione di dove fosse stato l'epicentro del sisma. Soltanto più tardi da Roma il centro sismologico segnalava che l'epicentro era stato nel golfo di Noto e che la scossa era stata del settimo grado della Mercalli.
A quanto sembra la zona più colpita è stata tutta la fascia costiera. Ad Augusta sono stati segnalati danni ai piani alti dei palazzi (????), anche quelli di recente costruzione. Molti muri hanno subito profonde lesioni. I sistemi di emergenza hanno bloccato gli impianti industriali di Augusta, di Priolo per evitare fuoruscita di gas e possibili incendi. Ad Acireale sono crollate vecchie abitazioni alla periferia della città e nelle campagne vicine.
Nonostante che il sisma sia stato largo del golfo di Noto, l’Etna pure ha avuto qualche sussulto. Un forte vento si è levato nella zona, aumentando la paura nella popolazione pedemontana. A Noto sono caduti pezzi di edifici barocchi già pericolanti e transennati. Sono caduti cornicioni e grosse crepe si sono aperte nei palazzi centenari. Anche la caserma dei carabinieri ha subito lesioni. Il centro storico di Noto era già ad alto rischio: e la forte scossa di terremoto gli ha dato una durissima botta.
A Carlentini, come si è detto, si sta scavando per cercare di salvare le persone rimaste sotto le macerie. Alla volta del centro Siracusano è subito partita una colonna della protezione civile con le attrezzature necessarie.
All'ospedale di Lentini sono stati ricoverati alcuni feriti, colpiti dalla caduta di cornicioni, ma non sono in gravi condizioni. Qualche anziano è stato ricoverato per collasso cardiaco. Molte persone, soprattutto anziane, colte da malore sono state portate al pronto soccorso nei vari ospedali cittadini. Non si segnalano al momento decessi. La forte scossa di terremoto ha fatto saltare le linee elettriche ma non quelle telefoniche (anche se in qualche caso ci sono state difficoltà di comunicazione). Il sisma ha fatto ondeggiare gli edifici soprattutto quelli dei piani alti, mandando in frantumi, quadri, posateria, suppellettili.
È stato più il panico che altro, ma il timore che la scossa potesse ripetersi non ha fatto dormire quasi nessuno in tutta la Sicilia orientale. Solo la zona a nord della provincia di Messina non pare abbia avvertito il sisma. Si può dire che stanotte circa due milioni di persone abbiano dormito all'addiaccio o dentro le auto. La gente è letteralmente scappata di casa affluendo nelle strade, nelle piazze, o dove credeva di essere più al sicuro.
Dappertutto è stato un accorrere di ambulanze degli ospedali e dei mezzi di intervento dei vigili del fuoco. Grande apprensione soprattutto nei centri di ricovero per anziani. Alla casa di riposo Monsignor Ventimiglia a Catania le assistenti hanno detto: I nonni hanno avuto paura, ma li abbiamo tranquillizzati.
Un panico enorme come solo un terremoto nel cuore della notte può provocare. Ora toccherà ai sismologi leggereil fenomeno, per poter dire se è collegato alla faglia che dall'Etna arriva alla Val di Noto e se l'attività del vulcano e in qualche modo “implicatanel terremoto di stanotte che ha gettato nel panico mezza Sicilia.
Tony Zermo
(Il servizio continua a pag. 10)




La Sicilia 13 dicembre 1990
Il terremoto in Sicilia

Scuole chiuse a Catania e Siracusa

Una lunga notte tutti per strada

di DA VIDE BANFO

SIRACUSA - Come un colpo di frusta, il terremoto ha colpito l'intera Sicilia orientale.
Un'onda d'urto fortissima che è stata avvertita anche in molte zone della Calabria e che ha letteralmente buttato giù dal letto almeno due milioni di persone. Il terremoto è stato avvertito distintamente anche ai piani bassi e ha fatto riversare per le strade centinaia di migliaia di persone, nonostante pioggia e vento.
Specie nei grandi centri si sono vissuti momenti di panico.
Nelle piazze si sono assembrate migliaia di auto e centinaia di cabine telefoniche sono state prese d'assalto. Per diverse ore, e fino a tarda mattinata,la circolazione è rimasta in pratica paralizzata.
Danni sono segnalati in decine di centri. Secondo un primo. provvisorio bilancio, i senzatetto sarebbero oltre il migliaio, metà dei quali nel paese di Carlentini.
Nelle province di Siracusa e Catania le scuole ieri sono rimaste chiuse. Per ordine dei sindaci e dei provveditori, quasi tutti gli edifici scolastici rimarranno sbarrati sino a quando non saranno conclusi i sopralluoghi.
Oltre alle vittime di Carlentini, il sisma ha poi provocato altri morti per spavento. In provincia di Catania, due pensionati, Beniamino Rametta di 64 anni e Sebastiano Guarrasi di 73, sono deceduti per crisi cardiaca. Anche a Niscemi, grosso centro agricolo in provincia di Caltanissetta, una donna di 86 anni, Grazia Parisi, è morta per infarto subito dopo essere stata ricoverata in ospedale. Una quarta vittima viene infine segnalata a Francofonte, in provincia di Siracusa, dove a perdere la vita per arresto cardiaco è stato l'ex sindaco Antonino Bellofiore.

Le sale operative

Le sale operative delle prefetture di Catania e Siracusa Sono state tempestate di chiamate. A Mineo, in provincia di Catania, è stata sgomberata ieri mattina un'ala dell'ospedale gravemente danneggiata. I malati sono stati trasferiti nel nosocomio di Caltagirone. A Scordia, piccolo paese a 40 chilometri dal capoluogo, sono rimasti invece danneggiati l'edificio della guardia medica e altre strutture pubbliche. Anche la stazione ferroviaria, una costruzione di tre piani, è stata evacuata.
Crolli sono poi segnalati in diversi centri dell'hinterland " catanese tra cui Valverde e San Pietro Clarenza. A Catania il palazzo municipale è rimasto seriamente lesionato.
Nell'aula consiliare sono visibili larghe crepe. Sempre a Catania, quattordici scuole sono state chiuse per ordine dei vigili del fuoco. In alcuni quartieri periferici, diverse abitazioni presentano danneggiamenti più o meno gravi.
Lesioni sono riscontrate anche in alcuni edifici antichi del centro storico come il palazzo Bruca dove un'ala interna è praticamente crollata. Crolli di travi e di intonaci sono inoltre segnalati anche nella sede del provveditorato agli studi del Viale Vittorio Veneto dove i dipendenti ieri mattina si sono astenuti dal lavoro.
Complessivamente negli Ospedali catanesi sono state ricoverate quasi duecento persone, colte da crisi d'ansia e con fratture e contusioni causate dalla fuga.
Per affrontare l'emergenza, l'amministrazione comunale di Catania ha ieri mattina attivato uno speciale servizio per fornire assistenza ai senzatetto e per coordinare interventi di protezione civile.
In tarda serata, al termine di un vertice in prefettura, il sindaco di Catania Guido Ziccone ha reso noto che la sede degli uffici demografici di palazzo Santa chiara è stata seriamente lesionata al punto da imporre il trasferimento di alcuni uffici.
Danni sono segnalati anche in tutta la provincia di Siracusa. Il centro siracusano più colpito appare comunque Augusta. Diversi condomini sono stati gravemente lesionati e numerose strade del centro sono state transennate per limitare i rischi di crolli di cornicioni.

Emergenza in clinica

In una clinica privata di Augusta si sono anche vissuti momenti di grande emergenza.
Un'equipe di chirurgia è stata costretta l'altra notte a sospendere un intervento per la mancanza di corrente elettrica. Il paziente, ancora sotto anestesia, è stato poi trasportato all'alba all'ospedale civico. La situazione dei senzatetto anche ad Augusta è precaria ed il sindaco Carmelo Tringali ha parlato di trecento famiglie, per le quali ha requisito il villaggio vacanze “Valtur” di Brucoli, il villaggio turistico Acquasanta e l'albergo Villa dei Cesari. per complessivi 1200 posti.
Sempre ad Augusta, dodici bare sono cadute dai loculi a muro del cimitero dove sono state danneggiate anche alcune tombe. La chiesa madre ed altre due chiese di Augusta sono state lesionate, mentre il Palazzo comunale è stato chiuso al pubblico. Il sindaco Tringali ha Chiesto alla Marina militare, di stanza nella base di Augusta, di sorvegliare gli alloggi evacuati per impedire casi di sciacallagio. Una linea ferroviaria secondaria del Siracusano, la Megara-Augusta, è stata interrotta per diverse ore.
Grave la situazione anche a Siracusa dove sono stati tra l'altro sospesi i festeggiamenti in onore della patrona Santa Lucia. La processione con il fercolo della santa, per la quale era prevista la partecipazione di oltre cinquantamila fedeli, è stata annullata per motivi di sicurezza dalla Curia e dal Comune.
Il centro della Protezione civile di Siracusa risulta tra l'altro gravemente danneggiato per le lesioni a tre pilastri dell'edificio. L'intero corso Umberto è stato transennato dai tecnici del Comune dopo il crollo di numerosi cornicioni e infissi. L'unica zona della città dove non si segnalano danni è il quartiere di Ortigia, l'isola che racchiude l'antico centro storico della città.
Nessun danno, infine, al petrolchimico di Priolo, il più grande d'Europa. Gli impianti di raffinazione sono stati l'altra notte disattivati temporaneamente in via precauzionale. Un'operazione che ha però allarmato gli abitanti anche per conseguente produzione di alte fiammate, visibili addirittura da Catania.

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