domenica 13 dicembre 2009

13 dicembre 1990: VERGOGNA DI STATO

SU UNA DELLE ZONE PIU' SISMICHE DELL'EUROPA E' SORTO IL PIU' GRANDE POLO PETROLCHIMICO D'EUROPA



QUESTO LO SAPEVANO TUTTI, MA QUANDO AVVENNE IL TERREMOTO, STRANAMENTE CI VOLLE TROPPO TEMPO PER INDIVIDUARNE L'EPICENTRO.

LA PROTEZIONE CIVILE RIMASE FERMA IN ATTESA DELLA SECONDA SCOSSA. AD AUGUSTA I SOCCORSI SONO ARRIVATI SOLO 5 GIORNI DOPO IL PRIMO SISMA.






IL MINISTRO LATTANZIO (PROTEZIONE CIVILE) HA RITENUTO PIU' IMPORTANTE SALVARE LA PROPRIA PELLE.


IL TERREMOTO DEL 1990 NON VIDE PARTIRE ALCUNA GARA DI SOLIDARIETA' A LIVELLO NAZIONALE.

ECCO UNA TABELLA UFFICIALE PUBBLICATA DOPO TRE MESI DAL SISMA

ERA SOLO IL 20 DICEMBRE 1990 E GIA' SI PARLAVA DI TERREMOTO DIMENTICATO


OVVIAMENTE PIU' CHE LA SITUAZIONE UMANA DEI TERREMOTATI ERA PIU' IMPORTANTE SALVARE GLI INTROITI DELLA ZONA INDUSTRIALE.


PER IL TERREMOTO DEL 1990 NON VENNE DICHIARATO NEANCHE LO STATO DI CALAMITA' NATURALE.

QUESTA E' UNA PAGINA VERGOGNOSA DELLA STORIA D'ITALIA.


ANZICHE' AVERE LA SOLIDARIETA' DELLO STATO I CITTADINI TERREMOTATI FURONO COSTRETTI A PROTESTARE.


AVETE CAPITO PERCHE' DI QUESTO TERREMOTO NON SE NE SA NULLA?

QUESTA INVECE E' LA VOCE DEI SINDACATI TRE MESI DOPO IL SISMA QUANDO I DANNI ERANO STATI GIA' MASCHERATI O COPERTI.



Notizie sul terremoto del 1990

Lo sapevate

Che il 13 dicembre 1990 un terremoto di forte intensità ha colpito la Sicilia sud orientale?
Che questo terremoto ha provocato 17 morti, centinaia di feriti e 15.000 senzatetto?
Che ai funerali delle vittime non intervenne nessuna autorità nazionale?
Che di questo terremoto non è stata mai detta né la vera magnitudo né la vera intensità?
Che di questo terremoto non si è mai detto ufficialmente il vero epicentro?
Per questo terremoto non è mai stato dichiarato lo stato di calamità naturale?
I terremotati siciliani hanno dovuto protestare per quasi un anno per avere il diritto alla ricostruzione?
Che ci sono ancora famiglie che vivono nei containers?
Dopo 16 anni c’è gente che aspetta ancora l’inizio della ricostruzione?
Che la stessa area colpita dal sisma del 1990 era stata già colpita da altri violenti terremoti nel 1848, nel 1693, nel 1542, nel 1169?
Che sulla stessa area si attende un terremoto già predefinito dai sismologi “big one”?
Che sulla stessa area è stato realizzato tra il 1949 ed 1980 il più grande polo chimico e petrolchimico d’Europa?
Che in Italia esistono scale diverse per valutare le calamità a seconda della latitudine ove accadano?
Che in Sicilia la ricostruzione degli edifici danneggiati non è stata finanziata alla pari di altri terremoti italiani?
La città più colpita dal sisma del 1990 è stata Augusta con 5.000 senzatetto?
Che c’è stata anche una piccola onda di maremoto?
Che questo “piccolo” terremoto fu avvertito in quasi tutta la Sicilia?













sabato 12 dicembre 2009

13 DICEMBRE 1990 - 13 DICEMBRE 2009 XIX ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO DIMENTICATO

LA PAGINA 14 DEL RAPPORTO DI GOMEZ Y PALOMA
SUL TERREMOTO DEL 13 DICEMBRE 1990:
UNA PAGINA DI VERGOGNA E DI VERGOGNE.


ALLA FINE I MORTI SARANNO 17: 12 PER I CROLLI 5 PER LO SPAVENTO


UFFICIALMENTE SARA' UN VII GRADO MERCALLI, IN REALTA' TRA L'VIII E IL IX


LA ZONA INDUSTRIALE AUGUSTA-PRIOLO-MELILLI FARA' TEMERE IL PEGGIO



MA L'EPICENTRO SARA' "SPOSTATO" A CARLENTINI.
notate i due bollini rossi a destra. Quest'immagine non sarà mai più trasmessa da alcun telegiornale.



18 miliardi di euro vanno a finire ogni anno nelle casse dell'erario, per la ricostruzione lo stato non aveva soldi.






la zona industriale è off-limits per la stampa libera.
Le notizie saranno fornite direttamente dalle aziende.





l'epicentro del terremoto coincide con l'area industriale.








ma le prime notizie forniscono un epicentro a ...... 55 chilometri dal vero epicentro.



i senzatetto saranno circa 15.000






quello del 1990 è stato un terremoto coperto dal segreto di stato.


un atto di sciacallaggio avallato dalla stampa.


per certi versi è stato peggio del Belice.


una pubblicazione locale ad appena un mese dal terremoto!



dopo il terremoto lo Stato fu il grande assente.
Niente visite di personaggi importanti e soprattutto oscuramento della notizia.
Qui la vita vale meno del profitto.

Di Augusta nessuna notizia sui tg nazionali per quasi tre giorni.

ma in meno di 24 ore 5.000 senzatetto riusciranno ad ottenere un tetto alternativo.
Ad Augusta nessuna tendopoli nonostante un terzo del totale dei senzatetto.



Il ministro della Protezione civile (=becchino) appare la mattina del 13 dicembre e riappare in zona 15 giorni dopo.


nessuna autorità nazionale fu presente ai funerali delle vittime.

giovedì 26 novembre 2009

IL TERREMOTO E LE CHIESE


RELAZIONE SULLO STATO DELLE CHIESE DI AUGUSTA DOPO IL SISMA DEL 13 DIC. 1990

Lo stato attuale delle Chiese di Augusta è così riassumibile: nel centro storico risultano perfettamente agibili e funzionanti sia come edificio di culto sia come opere parrocchiali, la Parrocchia della Madonna del Soccorso con l'attiguo convento dei Francescani, e quella di San Sebastiano in Sant'Andrea. Nel territorio di quest'ultima la Chiesa di San Sebastiano, già gravemente lesionata precedentemente il terremoto, è stata da questo ulteriormente danneggiata.
La Parrocchia di S. Francesco di Paola è stata dichiarata inagibile dalla Soprintendenza ai BB. CC. di Siracusa ed è attualmente in corso di puntellamento. Presenta gravissime lesioni alla copertura, ai pilastri del transetto ed agli archi della navata destra.
Parzialmente agibili le opere parrocchiali che presentano però l'handicap di un’unica uscita oltretutto non certo agevole.
Nel territorio della Parrocchia, senza danni rilevanti, si presenta il Convento delle Suore Francescane, mentre quello delle Suore di S. Anna, presenta delle lesioni murarie allo stato non pericolose.
La Parrocchia della Madonna Assunta (Chiesa Madre) ha subito gravissimi danni alla copertura, alla facciata laterale destra. Risulta totalmente inagibile.
Nel territorio sono inagibili: la Chiesa dell’Annunziata, quella delle Anime Sante
e quella di S. Giuseppe (anche se quest’ultima si ritiene possa essere aperta al culto con interventi di modesta entità).
Agibili, anche se con qualche difficoltà, le Chiese del Carmine e delle Grazie. La Chiesa di S. Domenico, già chiusa al culto da tempo per lavori di restauro, ha visto ulteriormente compromesse le strutture sopratutto dalla parte absidale.
Nel quartiere della Borgata, il più colpito nel patrimonio edilizio privato, ha subito leggeri danni la Parrocchia del S. Cuore; in particolare sulla facciata del tempio, mentre intatte risultano le opere parrocchiali. La Parrocchia di S. Lucia presenta lesioni in atto non pericolose alle murature sia delle chiesa sia delle opere parrocchiali.
Da quanto esposto si rileva che le Parrocchie maggiormente colpite dal sisma del 13.12. u. s. sono quelle dell’Assunta e di S. Francesco di Paola.
Ad una prima analisi i tempi per il loro riutilizzo si prospettano molto lunghi,
conoscendo anche i tempi di certi tipi di interventi.
È quindi necessario reperire altri locali da adibire al culto ed a centri di aggregazione quali erano le stesse parrocchie prima del sisma.
Si presentano di seguito alcune proposte, specificando tuttavia che le stesse hanno bisogno di ulteriori verifiche di fattibilità (vincoli di qualsiasi tipo, proprietà, disponi-bilità di mezzi e persone).
Per la Parrocchia dell'Assunta una prima struttura provvisoria può essere realizzata

chiudendo la copertura del mercato ittico che sorge proprio alle spalle del Tempio e che avrebbe il vantaggio di poter utilizzare le opere parrocchiali ancora agibili. Un tendone o un prefabbricato potrebbe essere ubicato all’interno del cortile dell’ex Convento dei Domenicani che non ha subito danni particolari e che è situato nella stessa zona. La struttura mobile potrebbe essere allocata all'interno dei giardini pubblici, anche se questo comporterebbe un allontanamento dal centro parrocchiale. Infine la Comunità potrebbe sfruttare, accelerando i lavori per rendere perfettamente agibili le chiese del Carmine e di San Giuseppe, queste due chiese per le proprie esigenze di culto.
Per la Parrocchia di San Francesco di Paola una prima soluzione potrebbe essere data dall'utilizzo della chiesa della Grazie per le celebrazioni. Una eventuale struttura mobile potrebbe trovare posto sullo spiazzo antistante la chiesa, su via Marina Levante.
Oppure essere sistemato lungo la via dei Cordai anche se questo allontanerebbe la Comunità dal Centro Parrocchiale, di cui si potrebbero ancora sfruttare le opere.
Per le esigenze di catechesi di entrambe le Parrocchie sarebbe infine auspicabile la collaborazione dei conventi femminili delle suore Orsoline e di Sant’Anna per la Chiesa Madre, e delle Francescane per quella di San Francesco di Paola.

giovedì 19 novembre 2009

LA STAMPA LOCALE DEL 16 DICEMBRE 1990

RELAZIONE SULLA VALUTAZIONE DELL'INTENSITA' MACROSISMICA






14 dicembre 1990
Gazzetta del sud

Polo di Priolo, scattati i sistemi di sicurezza
Danni per miliardi alla cementeria di Augusta

Priolo
Ancora una notte di grande paura a Priolo nel ricordo terribile di quel 19 maggio del 1985 quando un violentissimo incendio, dopo una tremenda esplosione, bruciarono le “torridell'ICAM. Fortunatamente, oltre alla grande paura nella città industriale a 13 km da Siracusa non si sono verificati danni di particolare entità se si eccettua qualche calcinaccio caduto per strada e un ascensore precipitato lungo il suo alloggiamento fortunatamente quando era disattivato e dunque senza provocare alcun danno.
Come sempre quando la violenta scossa sismica è stata avvertita, sono scattati i sistemi di sicurezza delle aziende che operano nel polo petrolchimico, a ridosso del centro abitato.
Seguendo un iter ormai collaudato, i tecnici aziendali addetti alla sicurezza hanno immediatamente arrestato gli impianti dopo aver fatto bruciare per intero il prodotto nelle “colonne” (e questo giustifica le dense volute di fumo nerastro notate soprattutto ieri mattina) (?).
L'attività produttiva delle industrie è poi tornata alla normalità quando, constatato che non esisteva più alcun pericolo ed una volta effettuate tutte le necessarie verifiche tecniche, gli impianti sono stati rimessi in marcia. (mentre si aspettava la replica del terremoto!)
Gravissimi i danni causati dal terremoto alla cementeria di Augusta: da un primo sommario sopralluogo dei tecnici effettuato presso lo stabilimento di Megara Giannalena, pare che ammontano a diversi miliardi di lire. (e mentre i terremotati aspettavano la ricostruzione la cementeria è stata interamente ricostruita! Con quali soldi?)
I danni maggiori, che solo per un miracolo non hanno causato conseguenze a persone si sono verificati presso i reparti di vecchia costruzione. Gli stessi dirigenti della società che fa capo al gruppo Unicem, da tempo li avevano giudicati fatiscenti. E non a caso avevano programmato la costruzione di una nuova linea che darebbe lavoro per alcuni anni a diverse centinaia di addetti, realizzando così un impianto moderno ed ecologicamente molto più valido di quello attuale.
Da quello che si è potuto sapere sono rimasti seriamente danneggiati un forno di cottura, un lavino del crudo e strutture di collegamento.
Gianna Pellegrino
Nello Pappalardo












Gazzetta del sud
Domenica 16 dicembre 1990
Pag. 25

Augusta, mobilitata la Marina per eliminare le macerie

AUGUSTA - A tre giorni dal violento terremoto i gravissimi danni subiti ad Augusta sono stati finalmente censiti.
Il presidente della Regione siciliana: Rino Nicolosi, al termine della riunione tenutasi venerdi sera nella prefettura di Siracusa alla quale sono intervenuti gli assessori regionali Piccione (Lavori pubblici), Gorgone (Territorio ed ambiente) e Leanza (Cooperazione), nel corso della quale si è incontrato con i sindaci dei comuni più colpiti da1sisma, dopo avere valutato la drammatica relazione svolta dal Sindaco della città prof. Carmelo Tringali, che gli ha avanzato la richiesta di una serie di provvedimenti a favore della città e delle categorie produttive più danneggiate dal sisma, ha concesso al comune di Augusta un primo aiuto finanziario di 500 milioni di lire da utilizzare per le più elementari esigenze delle migliaia di senzatetto che sono stati fatti evacuare dalle loro case devastate dal processo tellurico.
E' poca cosa, certo, quasi una goccia d'acqua in un grande mare, ma la dimostrazione che finalmente le esigenze della città cominciano ad essere prese in considerazione.
Per quanto riguarda le esigenze di natura logistica si devono registrare gli interventi della Marina Militare che, come, come ha comunicato ieri sera il capitano di vascello Mutini, vice comandante della base navale di Augusta, invierà diverse squadre di marinai che dovranno partecipare all’eliminazione delle macerie delle case colpite.
Da oggi inoltre il comune appronterà un grande capannone in periferia, dove i senzatetto potranno depositare i loro mobili contenuti nelle case inagibili, per il cui trasporto dalla zona colpita saranno messi a disposizione alcuni autocarri che saranno forniti dal Comune nel caso che la Protezione civil non possa intervenire con mezzi dell'esercito.
Per quanto riguarda l'intervento delle forze politiche che cominciano va detto che sono giunti ieri in città ed hanno preso contatto col sindaco e l'unità di crisi comunale, un'autorevole delegazione dell'MSI-Dn formata dall'eurodeputato Gianfranco Fini, dalla Senatrlce Moltisanti, dai deputati Bono, Cavallaro e Rallo e dall'avv. Puccio Forestiere, nonché l’on. Salvo Andò per il PSI e il deputato regionale Sebastiano Burgaretta che hanno assicurato il loro intervento a favore di Augusta. Sono continuati inoltre gli accertamenti tecnici agli edifici distrutti o danneggiati da parte di professionisti del luogo, offertisi volontariamente, e dei tecnici del Genio civile di Siracusa e della Sovrintendenza ai beni ambientali.
Francesco Traina