domenica 18 ottobre 2009

IL TERREMOTO DI SANTA LUCIA

13 DICEMBRE 1990
ORE 01,24

LE NOTIZIE DI SEGUITO FACEVANO PARTE DELLA BANCA DATI DELL'INGV DI ROMA




ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA
IL TERREMOTO DEL 13 DICEMBRE 1990
AUGUSTA

Nel 1990, questa località aveva 39.137 abitanti. La distribuzione dei danni ha evidenziato 3 zone di effetti cui furono attribuiti da De Rubeis et al. (1) 3 diversi gradi di intensità: il grado attribuito alla Borgata Nord è VIII; il grado d'intensità attribuito alla Borgata Sud è VII; il grado d'intensità attribuito alla Borgata Paradiso è VI-VII.
Questa attribuzione dei danni è sostanzialmente congruente con il quadro degli effetti emerso dal vaglio dei questionari macrosismici compiuto dalla camera territoriale della Protezione Civile (2).
Il terremoto causò danni rilevanti al 60% circa degli edifici in cemento armato di recente costruzione nel Rione Borgata, dove furono osservate significative rotazioni del primo e del secondo impalcato (3).
Danni leggermente meno gravi furono riscontrati nella cosiddetta "isola" del centro storico, caratterizzata da terreni più coerenti (4): una prima rilevazione dei danni al patrimonio artistico segnalò genericamente danni agli edifici del '700 (5). In un appartamento posto all'ottavo piano di un edificio del centro storico, furono osservate profonde rigature, lunghe fino a 90 centimetri, causate dalla forte vibrazione di un letto sul pavimento in parquet.
Oltre alla Borgata Nord, presentò gravi danni anche la zona delle case popolari.
La situazione nella zona industriale del complesso petrolchimico fu definita tranquillizzante.
Il terremoto causò la caduta di 12 bare dai loculi a muro del cimitero e danni ad alcuni loculi a colombaia e ad alcune lapidi (6). Furono riscontrati danni alla chiesa madre e ad altre due chiese; il palazzo comunale e la casa di cura "Villa Salus" furono chiusi a causa delle lesioni (7).
Non furono segnalati danni al pontile a mare (8). Le strutture portanti degli edifici resistettero generalmente bene, mentre in molti edifici fu rilevato il cedimento delle tamponature e dei rivestimenti. Solo in pochi casi furono rilevati danni strutturali rilevanti, quali lesioni di taglio nei pilastri della prima elevazione (9). Furono osservate lesioni da taglio e, in misura minore, da schiacciamento, nella maggior parte delle murature (10). Furono rilevati crolli parziali di edifici scadenti, soprattutto con muratura a sacco, in direzione di Brucoli e Villasmundo (11).
Un sopralluogo effettuato due giorni dopo il terremoto evidenziò che la scossa aveva danneggiato le strutture soprattutto nei primi piani, mentre ai piani alti ebbero danni prevalentemente le suppellettili. Nel centro storico, furono dichiarati parzialmente inagibili: gli edifici del Municipio, la sede dell'USL 27 e della medicina di base, l'autoparco comunale. Gli uffici della Pretura furono chiusi a scopo precauzionale, e circa in metà delle chiese furono riscontrate lesioni (12).
A tre giorni dalla scossa principale, fu riscontrato che il terremoto aveva danneggiato il 30% del patrimonio edilizio abitativo e il 50% di quello scolastico (13).
La replica del 16 dicembre causò la morte per infarto di un'anziana e ulteriori lesioni.
Il carcere, di costruzione recente e provvisto di strutture antisismiche, resistette bene (14).Gli edifici pubblici totalmente inagibili furono 22; gli edifici privati inabitabili furono 368. Le scuole danneggiate furono 19, delle quali 13 furono dichiarate inagibili: 9 scuole erano nel Rione Borgata; nel centro storico, furono danneggiate una scuola media e una scuola elementare. Resistettero invece le scuole medie "Todaro", di recente costruzione, e la scuola elementare di via delle Saline. Gli edifici della cittadella degli studi nella zona sud dell'area nel centro storico detta "isola" non ebbero danni (15).
Il terremoto causò il ferimento di circa 40 persone (16). Secondo un'altra fonte giornalistica, ad otto giorni dalla scossa principale vi furono 65 feriti (17). Rimasero senza tetto 300 famiglie, per un totale di 2.250 persone; la provincia di Siracusa dispose per questa località uno stanziamento di 1,3 miliardi (18). Ad otto giorni dalla scossa principale, i senzatetto erano saliti a 3.000 (19).
(1)
De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orienta le del 13 dicembre 1990", a cura di E.Boschi e A.Basili, pp.9-44.Roma 1993
(2)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(3)De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990", a cura di E.Boschi e A.Basili, pp.9-44.Roma 1993
Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(4)De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990", a cura di E. Boschi e A. Basili, pp.9-44.Roma 1993
(5)Segnalazioni di danni al patrimonio Architettonico-Culturale causati dal terremoto del 13.12.1990, Istituto Nazionale di Geofisica (inedito).1991
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(6)ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.13.Roma 1990
Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(7)ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.13.Roma 1990
(8)La Sicilia, 1990.12.13, a.46, n.341.Catania 1990
(9)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(10)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(11)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(12)La Sicilia, 1990.12.15, a.46, n.343.Catania 1990
(13)La Sicilia, 1990.12.16, a.46, n.344.Catania 1990
(14)La Sicilia, 1990.12.17, a.46, n.345.Catania 1990
(15)La Sicilia, 1990.12.18, a.46, n.346.Catania 1990
Secolo d'Italia, 1991.01.03.Roma 1991
(16)La Sicilia, 1990.12.15, a.46, n.343.Catania 1990
(17)La Sicilia, 1990.12.21, a.46, n.349.Catania 1990
(18)ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.15.Roma 1990
(19)La Sicilia, 1990.12.21, a.46, n.349.Catania 1990

Effetti locali sull’ambiente - Augusta

In seguito al terremoto furono osservate fessure nell'asfalto nel piazzale Fontana, adiacente allo stadio, secondo una prevalente direzione N-S; nello stesso luogo fu osservata la risalita di fluidi probabilmente dovuta a processi di liquefazione dei materiali utilizzati per la bonifica delle antiche saline, mentre, all'interno dello stadio, si verificò l'affioramento di larghe chiazze di pirite attraverso la formazione di minuscoli vulcanetti (1). Alcuni marinai che si trovavano al largo percepirono un'onda anomala in concomitanza con il terremoto. Alcune persone che si trovavano all'aperto affermarono di aver osservato fenomeni luminosi e di aver percepito rombi sotterranei (2). La strada costiera in Contrada Granatello fu invasa dall'acqua del mare, che poco prima del terremoto si intorbidò e increspò in modo anomalo. Fu osservato inoltre un fungo d'acqua che si elevava per un'altezza non precisata dal mare (3).
(1)De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo st udio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990", a cura di E.Boschi e A.Basili, pp.9-44.Roma 1993
Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(2)De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990", a cura di E.Boschi e A.Basili, pp.9-44.Roma 1993
(3)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991


TERREMOTO DEL 13 DICEMBRE 1990
state of earthquake's review (stato della revisione del terremoto)

Questo terremoto non è elencato nel Catalogo PFG (1985), per cui la ricerca è stata sviluppata "ex novo". Sono state utilizzate fonti sismologiche, bibliografia scientifica, fonti giornalistiche, fonti istituzionali.
È stato utilizzato lo studio monografico di De Rubeis et al. (1993) (1), pubblicato dall'Istituto Nazionale di Geofisica; tale studio è basato su un esame comparativo fra i risultati di un'indagine sul posto, che ha rilevato effetti in 45 comuni dell'area colpita, e le elaborazioni dei risultati di circa 2.000 risposte al questionario macrosismico dell'ING.La rete informativa dell'ING, sulla base della quale sono stati reperiti i dati per questo evento, è basata su un complesso questionario, che rileva gli effetti sismici sulle persone, gli oggetti e l'ambiente, costituito da 77 domande, delle quali 39 riguardano gli effetti sulle persone e sugli oggetti, 18 gli effetti sull'ambiente e 20 gli effetti sugli edifici (sud divisi in tre gruppi: costruzioni scadenti, medie, ottime). I risultati sintetici di tale questionario sono confluiti nel "Bollettino Macrosismico 1990" a cura di Gasparini e Vecchi (1993) (2), pubblicato dall'ING.
Le informazioni contenute in questo studio scientifico sono state integrate dalle informazioni contenute nello studio di Lo Giudice e Rasà (1990) (3), un'indagine macrosismica realizzata dall'Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, che contiene una prima valutazione degli effetti sull'ambiente e propone una spiegazione dei diffusi crolli di edifici in molte località, e da un documento elaborato dalla Camera territoriale della Protezione civile (Appunti... 1991) (4), riguardante gli effetti ad Augusta.
La ricerca è stata integrata dal vaglio sistematico dei dispacci dell'ANSA e dal vaglio di alcune corrispondenze giornalistiche afferenti a 2 testate. I dispacci dell'agenzia ANSA dal 13 al 15 dicembre 1990 (5) contengono informazioni sintetiche e precise, sulle quali si sono basati i giornali per le loro prime corrispondenze. Sono stati inoltre utilizzati gli articoli pubblicati nel quotidiano "La Sicilia" fra il 13 e il 27 dicembre 1990 e un articolo pubblicato il 3 gennaio 1991 dal quotidiano "Secolo d'Italia". Gli articoli tratti dal quotidiano "La Sicilia" sono corrispondenze redatte da alcuni inviati che raccolsero le informazioni direttamente nei luoghi dove si ebbero i maggiori danni. Essendo la testata edita a Catania, sono state reperite informazioni molto dettagliate riguardo agli effetti in questa città. La corrispondenza giornalistica pubblicata nel "Secolo d'Italia" è stata utile ai fini di questa ricerca perché presenta i dati stilati dalla Protezione civile riguardanti i danni al patrimonio immobiliare e il numero dei senzatetto nelle tre province colpite dal terremoto. Sono stati inoltre presi in esame i contributi scientifici di: Boschi e Basili (1993) (6); Amato et al. (1995) (7); Dall'Aglio et al. (1995) (8); Di Bona et al. (1995) (9); Giardini et al. (1995) (10).Sono stati infine analizzati i provvedimenti legislativi adottati per la ricostruzione: è stato compiuto un vaglio della maggior parte della produzione legislativa riguardante questo evento, dai decreti legge presentati dal governo al dibattito parlamentare per la conversione in legge dei decreti, al testo finale della legge di conversione 3 luglio 1991, n.195 (Gazzetta ufficiale, n.303, 1990; n.154, 1991; Camera dei Deputati 1992; Senato della Repubblica 1992 (11).

(1)De Rubeis V., Gasparini C., Maramai A. e Anzidei A.Il terremoto siciliano del 13 dicembre 1990, in "Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990", a cura di E. Boschi e A. Basili, pp.9-44.Roma 1993
(2)Gasparini C. e Vecchi M. (a cura di)Bollettino macrosismico 1990, Istituto Nazionale di Geofisica.Roma 1991
(3)Lo Giudice E. e Rasà R.Indagine macrosismica sul terremoto ibleo del 13/12/1990: prime valutazioni, CNR-Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania (inedito).1990
(4)Appunti sugli effetti del terremoto del 13.12.1990, Camera territoriale della Protezione civile.Augusta 1991
(5)ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.13.Roma 1990
ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.14.Roma 1990
ANSA, Notiziario italiano, 1990.12.15.Roma 1990
(6)Boschi E. e Basili A. (a cura di)Contributi allo studio del terremoto della Sicilia orientale del 13 dicembre 1990.Roma 1993
(7)Amato A., Azzara R., Basili A., Chiarabba C., Cocco M., Di Bona M. e Selvaggi G.Main shock and aftershocks of the December 13, 1990, Eastern Sicily earthquake, in "Annali di Geofisica", vol.38, pp. 255-266.Roma 1995
(8)Dall'Aglio M., Quattrocchi F. e Tersigni S.Geochemical evolution of groundwater of the Iblean Foreland (Southeastern Sicily) after the December 13, 1990 earthquake (M=5.4), in "Annali di Geofisica", vol.38, pp.309-329.Roma 1995
(9)Di Bona M. Cocco M., Rovelli A., Berardi R. e Boschi E.Analysis of strong-motion data of the 1990 Eastern Sicily earthquake, in "Annali di Geofisica", vol.38, pp.283-300.Roma 1995
(10)Giardini D., Palombo B. e Pino N.A.Long-period modelling of MedNet waveforms for the December 13, 1990 Eastern Sicily earthquake, in "Annali di Geofisica", vol.38, pp.267-282.Roma 1995
(11)Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, a.131, n.303 (31 dicembre 1990), Decreto-legge 29 dicembre 1990, n.414, Provvedimenti in favore delle popolazioni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa colpite dal terremoto nel dicembre 1990 ed altre disposizioni in favore delle zone colpite da eccezionali avversità atmosferiche nell'autunno 1990.Roma 1990
Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, a.132, n.154 (3 luglio 1991), Legge 3 luglio 1991, n.195, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 maggio 1991, n.142, recante provvedimenti in favore delle popolazioni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa colpite dal terremoto nel dicembre 1990 ed altre disposizioni in favore delle zone danneggiate da eccezionali avversità atmosferiche dal giugno 1990 al gennaio 1991.Roma 1991
Camera dei Deputati, Legislatura X, Atti Parlamentari, Disegni di legge - Relazioni - Documenti, vol.204, n.5638, Disegno di legge presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri (Andreotti) e dal Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile (Capria) di concerto col Ministro dell'Interno (Scotti) col Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica (Cirino Pomicino) col Ministro delle Finanze (Formica) col Ministro del Tesoro (Carli) col Ministro dei Lavori Pubblici (Prandini) col Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato (Bodrato) col Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale (Donat-Cattin) col Ministro per i Beni Culturali e Ambientali "ad interim" (Andreotti) col Ministro del Turismo e dello Spettacolo (Tognoli) e col Ministro dell'Ambiente (Ruffolo), Conversione in legge del decreto-legge 3 maggio 1991, n.142, recante provvedimenti in favore delle popolazioni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa colpite dal terremoto nel dicembre 1990 ed altre disposizioni in favore delle zone danneggiate da eccezionali avversità atmosferiche dal giugno 1990 al gennaio 1991.Roma 1992
Camera dei Deputati, Legislatura X, Atti Parlamentari dell'Assemblea, Discussioni, vol.81, Seduta dell'11 giugno 1991, Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 3 maggio 1991, n.142, recante provvedimenti in favore delle popolazioni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa colpite dal terremoto nel dicembre 1990 ed altre disposizioni in favore delle zone danneggiate da eccezionali avversità atmosferiche dal giugno 1990 al gennaio 1991 (5638).Roma 1992
Senato della Repubblica, Legislatura X, Atti Interni, Disegni di legge e relazioni, vol.106, n.2588, Disegno di legge presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri (Andreotti) e dal Ministro per il Coordinamento della Protezione Civile (Lattanzio) di concerto col Ministro dell'Interno (Scotti) col Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica (Cirino Pomicino) col Ministro delle Finanze (Formica) col Ministro del Tesoro (Carli) col Ministro dei Lavori Pubblici (Prandini) col Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato (Battaglia) col Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale (Donat-Cattin) col Minist ro per i Beni Culturali e Ambientali (Facchiano) e col Ministro del Turismo e dello Spettacolo (Tognoli) comunicato alla Presidenza il 31 dicembre 1990, Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 1990, n.414, recante provvedimenti in favore delle popolazioni delle province di Siracusa, Catania e Ragusa colpite dal terremoto nel dicembre 1990 ed altre disposizioni in favore delle zone colpite da eccezionali avversità atmosferiche nell'autunno 1990.Roma 1992




earthquake of 13 December 1990
effects in the social context (effetti nel contesto sociale)

Alcuni crolli parziali e totali causarono la morte di 12 persone a Carlentini e il ferimento di circa 300 in varie località. Inoltre, morirono 6 persone per lo spavento.Secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati il 3 maggio 1991, i senzatetto furono 14.834.
Questo dato indica una maggiore gravità dell'evento rispetto ai dati forniti in gennaio dalla Protezione civile, secondo i quali, nelle province colpite dal terremoto, Catania, Siracusa e Ragusa, i senzatetto sarebbero stati complessivamente 13.390. Già questo dato differiva sostanzialmente dalle prime stime, secondo le quali i senzatetto sarebbero stati 4.720, così ripartiti: 2.250 ad Augusta (48%); 1.200 a Carlentini (25%); 600 a Melilli (13%); 200 a Francofonte (4%); 170 a Siracusa (3,6%); 150 a Lentini (3,2%); 150 a Noto (3,2%). Anche la stima dei senzatetto fornita dal quotidiano "La Sicilia" fu inferiore al dato definitivo: secondo tale testata, in fatti, i senzatetto sarebbero stati 10.026 in provincia di Siracusa, 762 in provincia di Catania e 18 in provincia di Ragusa.
Subito dopo il terremoto furono mobilitati nelle province di Catania e di Siracusa 300 vigili del fuoco dotati di 40 automezzi. Una tendopoli capace di ospitare fino a 500 persone fu allestita nel campo sportivo di Carlentini. Fu disposto l'invio nel Siracusano di due autocolonne militari e di un centinaio di automezzi con tende per 1400 persone. Furono in totale impiegati 500 uomini e 130 automezzi, più altri 200, addetti al montaggio dei prefabbricati, partiti dal centro della protezione civile di Buonfornello.Furono allertati 1.500 militari dell'unità di pronto impiego e una decina di elicotteri per unità sanitarie. Furono inoltre inviati volontari della Croce Rossa. Dal centro della protezione civile di Buonfornello furono inviati, con 45 automezzi militari, prefabbricati per una superficie coperta complessiva di 2.000 mq. A Lentini furono inviate 150 roulottes, ma dalla sola Carlentini giunsero oltre 1.500 richieste di alloggio. Altri 500 posti letto in tendopoli furono predisposti per l'eventuale montaggio a 3 km. da Catania. Erano stati inviati nelle zone colpite: 250 automezzi di vario tipo, 20 ambulanze, 20 fotoelettriche, 15 macchine operative.
Il ritardo nei soccorsi (circa 3 ore) fu causato principalmente dal fatto che le linee telefoniche erano saltate. In una riunione fra il presidente della Regione Sicilia e i sindaci dei paesi colpiti, avvenuta a due giorni dal terremoto, fu sottolineato che le richieste di aiuti pervenute immediatamente dopo la scossa erano state in gran parte eccessive. Ciò, secondo i sindaci, era indice di una disorganizzazione nella gestione dell'emergenza, di cui sarebbero stati responsabili i sindaci stessi. Fu inoltre evidenziato che i piani di emergenza, da tempo approntati dalla Protezione civile, non erano stati mai completamente diffusi tra la popolazione. Secondo l'opinione riportata dalla stampa, nonostante l'esercito fosse pronto per inviare tende e reparti specializzati, la Protezione civile non sfruttò tempestivamente tale disponibilità. Inoltre, i senzatetto preferirono cercare rifugio nei prefabbricati e nelle scuole riscaldate, lasciando inutilizzate le tende. Il presidente della Commissione Grandi Rischi sottolineò l'importanza della programmazione di strutture adeguate alle emergenze sismiche e la necessità di investimenti preventivi, sia per ridurre la vulnerabilità, specialmente nelle aree a grande densità abitativa, sia per ridurre i costi economici e umani che tali emergenze comportano. Il prefetto Alvaro Gomez y Paloma fu nominato commissario straordinario per coordinare i soccorsi.Dopo la scossa principale, la linea ferroviaria Alcantara-Randazzo fu bloccata dalle ore 3 alle 10:15 locali a causa di lesioni ai pilastri di alcuni ponti. Fu inoltre chiuso il tratto Taormina-Giarre dalle ore 4 alle 6:20 locali per consentire un sopralluogo sui binari. Il collegamento ferroviario fra Augusta e Agnone Bagni fu interrotto dopo la scossa del 13 dicembre e ripristinato il giorno dopo.
Il caso di Carlentini presentò alcune difficoltà di gestione: al momento del terremoto questa località era amministrata da un commissario regionale da appena 20 giorni. A 5 giorni dalla scossa principale fu chiesta al governo la dichiarazione di calamità naturale, richiesta che fu respinta, in quanto la nuova legge sulla protezione civile conferiva già pieni poteri operativi al commissario straordinario. Questo rifiuto suscitò malcontento e proteste da parte delle popolazioni colpite. La Pretura di Siracusa aprì un'inchiesta su alcuni crolli sospetti di abitazioni nuove in varie zone della provincia, per appurare che non vi fossero stati interventi dolosi compiuti al fine di accedere ai finanziamenti per la ricostruzione.Il governo regionale siciliano stanziò 500 milioni per Carlentini; altri 1.700 milioni furono attinti dal capitolo per le spese impreviste. La provincia di Siracusa stanziò 7 miliardi. Un gruppo di senatori siciliani propose un emendamento alla legge finanziaria, chiedendo uno stanziamento di 100 miliardi per i primi interventi. La Comunità Economica Europea mise a disposizione un fondo in ECU pari a 2 miliardi e 300 milioni di lire.
La legge 3 luglio 1991, n.195, che convertiva un decreto emanato il 29 dicembre 1990 e reiterato due volte prima della conversione, stanziò 150 miliardi di lire a titolo d'integrazione del fondo della Protezione civile. Grazie a tale rifinanziamento la Protezione civile poté sostenere, fra l'altro, le spese necessarie agli interventi d'emergenza nelle province di Siracusa, Catania e Ragusa. Con la stessa legge furono stanziati 30 miliardi, per l'avvio di un programma di adeguamento antisismico degli edifici pubblici della Sicilia orientale definiti "strategici", e 20 miliardi, per la realizzazione di un sistema di sorveglianza sismica estesa alla Sicilia orientale, nonché un sistema di ricerca sui precursori dei terremoti e delle eruzioni e di sorveglianza sui vulcani attivi in Sicilia.
Con la stessa legge fu assicurata alle popolazioni residenti nei comuni siracusani di Augusta, Carlentini, Francofonte, Lentini, Melilli e Noto e nei comuni catanesi di Militello in Val di Catania e Scordia, la proroga per duecento giorni dei mutui bancari e ipotecari pubblici e privati, dei vaglia cambiari, delle cambiali e di ogni altro titolo di credito, nonché la sospensione per diciotto mesi di ogni provvedimento di rilascio immobiliare.Secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio alla Camera dei Deputati il 4 maggio 1991, il Dipartimento della Protezione civile attivò interventi per una somma totale superiore a 161 miliardi di lire: questa somma fu prevalentemente utilizzata per assicurare un alloggio provvisorio ai 14.834 senzatetto.




earthquake of 13 December 1990
elements of the local buildings (elementi degli edifici locali )
A Carlentini morirono 12 persone sotto le macerie delle loro abitazioni, e vi furono circa 200 feriti. Il motivo di un così tragico bilancio è attribuibile alla qualità degli edifici crollati: i mattoni erano di tufo e non vi erano pilastri (1).
(1)La Sicilia, 1990.12.14, a.46, n.342.Catania 1990



earthquake of 13 December 1990
social and economic effects (effetti sociali ed economici)

A causa del panico suscitato dalla scossa del 16 dicembre, nel carcere di Siracusa scoppiò una rivolta dei detenuti. In seguito alla confusione due reclusi evasero (1). Il carcere era considerato inadeguato già prima del terremoto. A Lentini furono danneggiati i magazzini e i capannoni adibiti allo stoccaggio e alla lavorazione delle arance: ciò creò grande preoccupazione per il futuro dell'economia di questa località, strettamente legata alla coltivazione e al commercio degli agrumi. In seguito alla scossa principale ad Augusta si ebbe l'interruzione dell'erogazione di energia elettrica nel complesso petrolchimico. Fu organizzato un incontro fra presidente della regione, direttore generale del ministero per l'ambiente e i responsabili dell'area industriale per una puntuale applicazione di tutte le regole di sicurezza negli impianti, per ridurre lo stoccaggio di prodotti tossici, per esaminare la criticità delle infrastrutture esterne (nodi stradali, vie di fuga, presidi sanitari, etc.) e per garantire la continuità dell'erogazione di energia elettrica (2). L'attività riprese normalmente cinque giorni dopo.
(1)La Sicilia, 1990.12.17, a.46, n.345.Catania 1990
(2)La Sicilia, 1990.12.18, a.46, n.346.Catania 1990



earthquake of 13 December 1990
institutional and administrative response
(risposta istituzionale ed amministrativa)
La provincia di Siracusa stanziò 7 miliardi, ripartiti come segue: Carlentini: 1,3 miliardi; Augusta: 1,3 miliardi; Siracusa: 1 miliardo; Noto: 900 milioni; Melilli e Lentini: 400 milioni ciascuna; Avola: 300 milioni; Francofonte: 200 milioni; Rosolini e Priolo: 150 milioni ciascuna; Pachino: 160 milioni; Sortino, Ferla, Floridia, Palazzolo, Solarino: 100; Canicattini Bagni: 80 milioni; Buscemi e Buccheri: 50 milioni ciascuna; Portopalo e Cassaro: 30 milioni ciascuna.


earthquake of 13 December 1990
major earthquake effects (maggiori effetti del terremoto)

La scossa principale avvenne il 13 dicembre 1990 alle ore 0:24 GMT; seguirono numerose repliche, la più forte delle quali avvenne il 16 dicembre alle ore 13:50 GMT.La scossa del 13 dicembre delle ore 0:24 GMT interessò circa 250 località situate in provincia di Siracusa e di Catania e fu risentita anche in alcune località situate in provincia di Reggio di Calabria. I paesi più colpiti furono erano tutti situati o sulla costa o nell'immediato entroterra jonico: si tratta di Carlentini, Augusta, Lentini, Melilli, Militello in Val di Catania, Priolo Gargallo. Furono riscontrati danni leggeri anche a Mineo, Scordia, Palagonia, Siracusa. Subirono alcuni leggeri danni anche Caltagirone, Catania e Noto. Furono dichiarati inagibili 6.830 edifici privati, 220 edifici pubblici e 54 scuole, per un numero complessivo di 7.104 edifici.
Nelle località più gravemente colpite furono rilevate gravissime carenze edilizie e altrettanto gravi negligenze nella valutazione delle caratteristiche dei terreni di fondazione. Fu osservato che le strutture di molti edifici erano fatiscenti e prive di manutenzione (anche di quella ordinaria), che, soprattutto nel centro storico di Catania, molti edifici erano stati ristrutturati al loro interno senza tener conto di criteri statici e antisismici. Quanto ai terreni di fondazione, fu rilevato che le caratteristiche di molti di questi avevano esaltato gli effetti del terremoto, che i sistemi di fondazione erano stati spesso scelti senza tenere conto dei terreni di imposta.Ad Augusta, furono rilevati danni gravi nelle nuove strutture edilizie in cemento armato del Rione "Borgata", edificato sui terreni prosciugati di vecchie saline; danni più lievi furono riscontrati nella cosiddetta "isola", caratterizzata da terreni più coerenti. Gli edifici pubblici totalmente inagibili furono 22; gli edifici privati inabitabili furono 368. Le scuole danneggiate furono 19, delle quali 13 furono dichiarate inagibili. A tre giorni dalla scossa principale, fu riscontrato che ad Augusta era stato danneggiato il 30% del patrimonio edilizio abitativo e il 50% di quello scolastico.A Carlentini furono complessivamente danneggiati 1.595 edifici: 16 edifici pubblici, 4 scuole e 1.575 edifici privati; i danni più gravi furono riscontrati nelle aree in pendio, a nord e a sud dell'abitato.
A Lentini la sede della caserma dei Carabinieri fu giudicata inagibile; furono riscontrati danni alla stazione ferroviaria, ai magazzini e ai capannoni adibiti allo stoccaggio e alla lavorazione degli agrumi. Le abitazioni danneggiate nella "Zona 167" erano abitate da 36 famiglie; vi furono oltre 200 ordinanze di sgombero. Secondo una perizia effettuata all'inizio di gennaio dalla Protezione civile furono complessivamente danneggiati 579 edifici: 15 edifici pubblici, 550 edifici privati e 14 scuole.A Melilli il terremoto rese inagibili le scuole, il Municipio, alcuni edifici comunali, metà della caserma dei Carabinieri, il convento dei frati Cappuccini, le chiese barocche; il centro storico fu chiuso.
A Militello in Val di Catania il terremoto causò danni soltanto negli edifici più vecchi del centro storico. Le case inabitabili furono 80. L'ala settentrionale del Municipio fu dichiarata inagibile. Su 20 chiese, 7 furono giudicate inagibili: la chiesa di S.Nicola, fatta eccezione del transetto; la Madonna della Stella (totalmente inagibile); S. Sebastiano; S. Giovanni; S. Agata; S. Francesco di Paola e la chiesa dell'ex convento dei Cappuccini. La facciata della chiesa del Circolo fu giudicata pericolante; i resti del convento di S. Leonardo furono giudicati da demolire. Nei quartieri bassi, furono seriamente danneggiati Palazzo Maiorana, la torre del castello Barresi, Palazzo dei Re Burdone e Palazzo Niceforo.
In numerose località subirono gravi danni le strutture architettoniche delle chiese. In larga parte della Sicilia sud-orientale, in particolare a Catania e a Noto, sono presenti edifici ecclesiastici di tipologia barocca, ricca di elementi decorativi non strutturali come stucchi, cornicioni sporgenti, balconi, elementi d'angolo, etc.: tali elementi fragili e dalla stabilità assai critica rivelarono una grande vulnerabilità.
La replica del 16 dicembre delle ore 13:50 GMT, localizzata approssimativamente nella stessa area della scossa principale, aggravò i danni causati dalla scossa del giorno 13: furono rilevati crolli di cornicioni, crolli in abitazioni già danneggiate dalla scossa principale, lesioni.



earthquake of 13 December 1990
effects on the environment (effetti sull'ambiente)

Fu osservata la riattivazione di una frana a Palagonia; a Brucoli e ad Ispica furono rilevati alcuni piccoli movimenti franosi e sporadiche cadute di massi.Ad Augusta si aprirono fessure nell'asfalto e furono rilevati fenomeni di liquefazione nel terreno e di affioramento di larghe chiazze di pirite attraverso minuscoli vulcanetti. Al largo di Augusta fu osservata un'anomalia nel moto ondoso del mare e l'elevazione di un fungo d'acqua. Una strada costiera della contrada Granatello fu invasa dall'acqua.
Al largo di Agnone furono osservate frane sottomarine di rilevanti proporzioni, e fu rilevato il cambiamento del fondale sottomarino. Verosimilmente subì un cambiamento del fondale sottomarino anche il tratto di piattaforma continentale prospiciente Brucoli, nel cui canale fu osservata la riattivazione di una sorgente di acqua sulfurea da decenni inattiva. Al largo di Catania furono rilevate frane sottomarine di piccole proporzioni.



earthquake of 13 December 1990
sequence of the earthquake (sequenza del terremoto)

La scossa principale avvenne il 13 dicembre 1990 alle ore 0:24 GMT. Essa fu seguita da una replica di minore entità alle ore 0:33 GMT e, nei giorni seguenti, da altre due repliche: la prima, leggera, fu registrata il 15 dicembre alle ore 2:34 GMT; la seconda, di forte intensità, avvenne il 16 dicembre alle ore 13:50 GMT. Dopo queste repliche, l'attività sismica diminuì progressivamente, anche a livello strumentale, nel corso di pochi giorni.

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